martedì 10 febbraio 2009
Eluana, uccisa in nome della legge?!
Eluana Englaro è morta! L'hanno uccisa?!
Un padre provato dal dolore ha smesso di lottare per la vita, e ha iniziato a lottare per la morte. Una corte di giudici l'ha condannata alla morte più atroce, quella di fame e di sete. Un Presidente della Repubblica, in nome della Costituzione, non ha firmato il decreto del Governo che l'avrebbe salvata. Una equipe di sedicenti medici di Udine ha eseguito la sentenza, silenziosamente, dopo averla tenuta segregata in una stanza di una clinica privata dal nome rassicurante, "La Quiete" (ma che d'ora in poi avrà per tutti un significato molto più tetro), imbottendola di sedativi (ma non avevano detto che Eluana non sentiva nulla?), accelerando quel protocollo di "cura" (o di morte?!) che i giudici avevano approvato, prima che qualcuno (il Governo) potesse intervenire a salvare Eluana.....una scelta che sa tanto di "Soluzione finale".
Eluana era una persona viva, il suo cuore batteva, i suoi polmoni respiravano, i suoi occhi si aprivano al mattino e si chiudevano a sera. Solo aveva bisogno di una mano amica che la nutrisse, che la "imboccasse" come si imboccano i bambini appena nati o gli anziani non più autosufficienti, come lo sono tanti nostri nonni. Quale uomo può decidere quando la vita di un altro uomo è degna di essere chiamata vita e quando no? Chi può arrogarsi questo diritto? Solo i regimi totalitari del passato, Nazismo e Comunismo, che però tanto ancora influenzano la mentalità di molti uomini di oggi (che ahimè spesso siedono nei tribunali o peggio nelle nostre più alte istituzioni), hanno pensato questo, cioè giudicare quando la vita di un uomo ha valore e quando invece è solo un peso per la società e quindi va eliminata.
E' un ritorno al terribile principio che teorizzava una "eutanasia di Stato" o "eutanasia sociale": da un lato il malato provocava sofferenze nei suoi parenti e, dall'altro, sottraeva importanti risorse economiche che sarebbero state più utilmente utilizzate per le persone "sane". Lo Stato dunque, arbitro della distribuzione delle ricchezze, doveva farsi carico del problema che questi malati rappresentavano. Ucciderli avrebbe così ottenuto un duplice vantaggio: porre fine alla sofferenza personale e consentire una distribuzione più razionale ed utile delle risorse economiche. In questi giorni siamo tornati a respirare queste idee, nelle parole di tanti esponenti della cultura della "morte dolce", della vita a certe condizioni, della sofferenza e della Croce visti come scandalo per la gente "normale", per la gente "sana", e quindi da eliminare.
Più che eliminare la sofferenza di Eluana, ci si è preoccupati di eliminare la nostra sofferenza, quella di vederla lì in un letto, non poter vivere la vita come la viviamo noi. Ma chi di noi può dire di vivere davvero pienamente la propria vita? Quanti di noi "sani" la buttano nell'ipocrisia, nell'egoismo, nell'odio, nella droga, nell'alcol? Ma la delusione più grande è stato sapere che la nostra Costituzione non ci tutela, che tra i tanti diritti che essa prevede non è contemplato quello primario, quello della vita. A quanto pare, nella nostra Costituzione ci sono leggi e cavilli che valgono più della vita umana, in nome dei quali un Presidente della Repubblica, il nostro Giorgio Napolitano, si è rifiutato di salvare Eluana, perchè, almeno per lui, non c'erano i requisiti di urgenza per il decreto. In uno Stato del genere ci sentiamo tutti meno sicuri, pensavamo che la Legge tutelasse la nostra vita prima ogni cosa e invece evidentemente non è così!
Ora Eluana è morta.Giustizia è fatta!
Lì sotto la clinica di Udine, alla notizia della morte di Eluana c'è stato anche un gruppo di manifestanti dell'associazione Coscioni che ha avuto il coraggio di gioire e di applaudire.... Giustizia è fatta! (almeno secondo questi benpensanti e secondo le leggi italiane, a quanto pare....) Un altro innocente è stato sacrificato sull'altare della ragion di Stato, dai tempi di Gesù Cristo e di Ponzio Pilato di tempo ne è passato, ma l'uomo continua a commettere gli stessi errori!
il Consigliere Comunale DARIO DI GIACOMO
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